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L’idea originale di costruire un edificio destinato alla piscicoltura e all’acquario fu presentata al Comune intorno al 1880 da Pietro Garganico, un esperto di ittiologia. Inizialmente, l’edificio doveva essere costruito in via Nazionale, ma successivamente il progetto fu spostato al rione Esquilino, che era all’epoca uno dei centri principali dell’urbanizzazione umbertina attorno a Piazza Vittorio. Nel 1882, il Comune concesse gratuitamente a Garganico il terreno di piazza Manfredo Fanti, un isolato che era destinato a diventare un’area ricreativa principalmente verde, ispirata ai giardini pubblici di Parigi, arricchita anche da elementi “acquatici” come un laghetto e dei ponticelli.

Il giardino circostante di piccole dimensioni è da sempre stato una caratteristica distintiva del complesso, che in origine era focalizzato sull’aspetto pittoresco creato dal laghetto e dai resti romani. Durante i lavori di restauro, le scoperte archeologiche sono state affidate all’Ufficio Monumenti Antichi e Scavi della Soprintendenza Comunale per essere gestite.

Sembra che le società immobiliari che stavano costruendo nel quartiere potrebbero aver avuto un interesse nella sistemazione della piazza e nella costruzione dell’edificio, progettato dall’architetto Ettore Bernich e realizzato tra il 1885 e il 1887. Tuttavia, l’iniziativa economica non ebbe successo. Dopo essere stata gestita da una società anonima che fallì presto, la proprietà dell’edificio tornò al Comune e le vasche per i pesci non durarono più di dieci anni. Nel frattempo, la struttura fu utilizzata per diverse iniziative, tra cui mostre, feste, spettacoli teatrali e cinematografici.

Negli anni ’30, l’edificio divenne un deposito polifunzionale, utilizzato come magazzino per il teatro dell’Opera nelle vicinanze e come sede di uffici comunali di secondo piano, tra cui servizi elettorali e assistenza. Nel frattempo, furono avanzate proposte sia per riusare che per demolire l’edificio. Nel 1984, dopo aver evacuato l’edificio, è stato avviato un lungo processo di restauro per restituirne l’aspetto originale. Dopo aver completato il restauro iniziato nel 1985, a partire dal 2002 il Comune di Roma e l’Ordine degli Architetti di Roma hanno utilizzato l’edificio come sede della Casa dell’Architettura.